
L’elezione del secondo mandato al medesimo Presidente, per la seconda volta, dimostra che in Italia da tempo ci sono due Carte costituzionali.
Una Costituzione “sostanziale” ed una “formale”. La prima prevale sulla seconda, cioè su quella che fu il risultato del sacrificio umano, politico e spirituale dei nostri padri fondatori. Tutti i politici si richiamano alla Costituzione “formale”, ma poi al dunque applicano quella “sostanziale”. Si tratta di un patto segreto, in cui non vi è traccia dei diritti e libertà fondamentali e dove le regole per l’attribuzione dei ruoli non si fondano sul merito e sul lavoro.
Tuttavia un altro dato emerge chiaro dalla votazione: dovevano esserci 1.009 grandi elettori ma Mattarella è stato votato solo da 983 presenti, ottenendo il 759 voti pari al 75,2%. Difficile dire perché 26 aventi diritto al voto erano assenti in un momento così delicato per le sorti del paese. Più facile comprendere però che Mattarella non ha avuto la fiducia di 250 uomini politici (deputati, senatori ed altri grandi elettori).
Se soltanto, smettessero di pensare ai propri particolari interessi di partito, questi politici, che rappresentano il popolo italiano, potrebbero già essere la base per una rivoluzione: tornare alla costituzione “formale” e renderla “sostanziale”. D’altronde a conti fatti sono sempre il 24,8% di donne e uomini che non hanno voluto calpestare la Costituzione “formale”.
Potrebbe nascere un nuovo movimento per una Italia Libera, per liberare l’Italia dal patto segreto (la costituzione “sostanziale”) che sta mettendo in ginocchio imprese, professionisti, lavoratori, disoccupati, pensionati, studenti, uomini e donne che meritano un futuro migliore. Non è mai troppo tardi …