Dopo un paio d’anni oggi ritorno in un’udienza nel Tribunale di Roma. Ricordo quando muovevo i primi passi da praticante del prestigioso studio Guerra-Piga per notificare citazioni, chiedere copie o ritirare fascicoli. Per una causa molto rilevante ricordo di aver dovuto depositare il fascicolo di parte ricorrendo ad una valigia extra-large, facendo spola tra la mia Polo e la Cancelleria. Il Tribunale mi ha poi deluso per vicende molto personali nel 2007 e da allora preferisco qualificarmi consulente legale o docente e formatore piuttosto che avvocato.
Oggi sono qui per un processo al quale non potevo mancare.
Se qualcuno mi considera un buon avvocato, avendo comunque in questi anni continuato ad esercitare la professione forense per assistere clienti con i quali è poi sorto un rapporto di amicizia, è esclusivamente grazie a Marcello Piga, mio maestro che mi accolse nel 1999 nel suo studio con una pacca sulla spalla ed un bel “nisciun nasce imparato“, pronunciato con il suo accento marcatamente romano.
Negli ultimi anni della straordinaria carriera Marcello Piga mi ha insegnato da subito che solo lo scrupolo ed il metodo consentono di avere successo in una professione che dagli anni ’90 in poi ha perso lustro. Si dice che al MIT, rinomato istituto di ricerca americano, usino gli avvocati al posto delle cavie, perché ci si affeziona di meno. Tra i racconti di una professione che non c’è più ed i fascicoli di piccole controversie o grandi arbitrati Marcello mi ha insegnato non solo la consecutio temporum nello scrivere un atto, ma anche la gestione di una telefonata o di una riunione. Una scuola speciale per un giovane praticante avvocato che non aveva nessuna esperienza familiare alle spalle.
Oggi sono in Tribunale, contento per ciò che ho imparato ma impaurito come il primo giorno, perché la giustizia giusta è spesso solo quella divina. Non ho voglia di pensare alla causa che sto affrontando, già mi sono preparato bene con scrupolo e metodo. Ora voglio solo ricordare Marcello nato il 6 maggio 1930 e salito in cielo il 1 ottobre 2021. Ed a lui ed alla sua famiglia ho dedicato, al momento della notizia della scomparsa, queste poche righe.
IN RICORDO DI MARCELLO PIGA
L’avvocatura è fatta di donne e uomini che vengono dimenticati o ricordati per il modo in cui hanno saputo interpretare la professione. Tra i più illustri rappresentanti dell’avvocatura romana vi è certamente Marcello Piga, il quale ha lasciato ai tanti colleghi che lo hanno conosciuto una grande eredità. Coloro che hanno avuto la fortuna di formarsi alla sua scuola ne ricordano il rigore e lo scrupolo nello studio dei fascicoli e l’apertura intellettuale con cui accoglieva ogni contributo in grado di arricchire l’esame delle rilevanti questioni che affrontava. Tra i massimi esperti nel settore degli appalti pubblici, si è contraddistinto per la sua grande umiltà e per il rispetto dei cliente e degli avversari che ne hanno sempre apprezzato la correttezza. In tempi in cui l’avvocatura sembra aver perso dignità, Marcello Piga ha dato ulteriore lustro alle sue nobili origini (il padre Emanuele fu giudice costituzionale) ed a tutti coloro che ancora credono che sia un onore indossare la toga. Per alcuni poi è stato un consigliere ed un amico. E nella memoria rimarranno indelebili i suoi suggerimenti per realizzarsi, passo dopo passo, nella professione.