
L’ingrediente della competenza è come la lecitina di soia che in cucina viene usata come addensante per creme e farciture. È una sostanza che ha proprietà molto particolari in quanto funziona come emulsionante. Grazie a tale particolarità chimica, la lecitina è in grado di tenere insieme due sostanze, come i grassi e l’acqua, normalmente non mescolabili.
Ricordando l’etimologia del termine derivante dal verbo latino (“cum” e “petere”: chiedere, dirigersi a), la competenza del politico è, a mio avviso, soprattutto la capacità di unire le conoscenze tecniche, a volte difficili da miscelare perché nel mondo scientifico esistono pensieri molto distanti, per trovare la soluzione che risponda in maniera più appropriata all’interesse pubblico.
Questa funzione di amalgamare deve essere svolta sia all’interno che all’esterno dell’amministrazione, calando nella realtà la saggezza che proviene dall’ambiente accademico. La città di Roma può contare su quattro atenei pubblici e una moltitudine di università private che potrebbero contribuire, con l’applicazione pratica delle materie d’insegnamento, a risolvere piccole e grandi questioni d’interesse cittadino. Dai temi economici a quelli sociali, dalla mobilità all’urbanistica.
Proprio in materia urbanistica è degno di nota il lavoro svolto in questi anni da Giovanni Caudo, Assessore alla trasformazione urbana, il quale ha promosso diverse iniziative che vedono il coinvolgimento del mondo universitario. Tra queste “Roma 2025” che, alla luce della candidatura olimpica, approfondisce nuovi cicli di vita della metropoli, con il coinvolgimento di 25 università di cui 13 straniere. Iniziative che hanno l’unico limite di essere sostenute da importanti gruppi finanziari. Poteri forti che potrebbero influire sugli esiti.
Non poteva essere diverso l’approccio di un professore universitario, figura tecnica della giunta Marino, del quale vorrei ricordare la manifestazione di solidarietà, tra le poche ricevute dalla politica romana quando, nel settembre 2013, ho deciso di interrompere il mio servizio per il bene comune. In quel periodo RICETTEXROMA ha evidenziato alcune anomalie di un bando pubblicato dal Consorzio urbanistico “Cecchignola Ovest” che, senza pensarci troppo, ha inviato una formale diffida a non occuparci del programma di trasformazione urbana in corso di attuazione. In una “Lettera aperta a RICETTEXROMA” del 30 settembre Caudo ha scritto: «Esprimo la mia vicinanza al dott. Ricciardi perché il suo impegno civico possa svolgersi tutelando la serenità propria e dei suoi familiari, e confermo la mia piena disponibilità a continuare il dialogo intrapreso per contribuire a garantire uno sviluppo urbanistico vicino alle esigenze degli abitanti». Il mio ripensamento c’è stato ma il dialogo si è interrotto, nonostante ulteriori proposte e richieste di RICETTEXROMA che, dopo un apparente interesse, sono state fatte cadere.
Tornando all’ingrediente della competenza, una buona ricetta potrebbe essere l’introduzione di forme stabili di consultazione, in ogni ambito dell’amministrazione cittadina, di docenti universitari e professionisti per ottenere idee e soluzioni che, con uno sguardo verso il futuro, non si limitino però a guardare solo alle olimpiadi del 2025, se mai si disputeranno in Italia. Roma ha bisogno di ricette per il breve, medio e lungo periodo.
La competenza del buon politico sta nell’avere l’umiltà di chiedere il contributo di esperti e specialisti che ne sanno certamente di più, anche se possono avere idee politiche non sempre corrispondenti. È fondamentale arricchire la propria prospettiva. Con la pazienza che ci vuole nel girare la crema, dopo l’aggiunta della leticina di soia, che pare sia buona anche contro il colesterolo, si devono amalgamare la tecnica e l’economia con la realtà in modo da progettare il bene comune nell’interesse dei poteri deboli che, all’atto di mettere la scheda nelle urne, contano quanto i poteri forti.
È per questo, nonostante le diffide, sono ancora qui a scrivere di politica.
tratto da Libro “RICETTEXROMA”