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RENZI CHI? LA FINE DEL NUOVO CENTRO …

Qualche giorno fa Matteo Renzi ha fatto dichiarazioni da teoria del complotto. Riguardo all’elezione di Elisabetta Belloni a Capo dello Stato ha infatti denunciato che  “Solo in un Paese anti-democratico il capo dei servizi segreti diventa presidente della Repubblica”. Credo che in pochi si fidino di Matteo, il quale si impossessò del PD con una scalata straordinaria che lo portò da Sindaco di Firenze a Presidente del Consiglio dei Ministri nel marzo 2014.

Renzi è una volpe della politica,  sempre attento nella comunicazione come l’altro Matteo. Entrambi hanno scalato la politica italiana ma con ambizioni diverse. Salvini si pone come leader del centrodestra, nonostante la concorrenza di Giorgia Meloni, mentre Renzi confidava – grazie alla legge elettorale proporzionale – di essere ago della bilancia alle prossime elezioni politiche. Continua a leggere

GOVERNO DRAGHI AL VIA: ASPETTIAMO IL PROGRAMMA

Il Governo a guida Mario Draghi ha giurato e nelle prossime ore si presenterà alle Camere per ottenere la fiducia del Parlamento. Si tratta di una vittoria del Presidente della Repubblica il quale, ancora una volta pur di non consegnare la parola al popolo, è riuscito a mettere d’accordo tutti. Una capacità che in politica è ormai rara e che certamente è stata acquisita nella sua militanza nella Democrazia Cristiana. In effetti, l’ampia maggioranza che sostiene questo nuovo Governo della XVIII legislatura assomiglia molto al Pentapartito che negli anni ’80 ha gestito il potere in Italia.

All’epoca, Democrazia Cristiana, Partito Socialista, Partito Socialdemocratico, Partito Repubblicano e Partito Liberale presero decisioni molto importanti che hanno cambiato la storia del nostro paese. Ne cito solo un paio. Nel 1981 si avvia la separazione tra Banca d’Italia e Ministero del tesoro. Qualcuno ricorderà la lite delle comari”, questo è il nome giornalistico dello scontro politico che, nel 1982, oppose il ministro del tesoro Beniamino Andreatta al ministro delle finanze Rino Formica. Altro che questione da comari,  si trattava dell’avvio della cessione della sovranità monetaria che inizia a palesarsi proprio in quegli anni con l’adesione allo SME. Al principio degli anni ’90 il pentapartito si trasforma in quadripartito (con l’uscita dei repubblicani) ed i governi lavorano alle privatizzazioni, smantellando l’industria pubblica italiana. Dopo aver occupato ogni poltrona (collocando spesso portaborse inadeguati) i partiti giustificano la scelta per l’inefficienza delle aziende che, in realtà, rappresentano un patrimonio unico a livello mondiale. Draghi conosce molto bene quanto è stato smantellato, per il ruolo dell’epoca. Fermiamoci qui.

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FUORI DALL’UNIONE EUROPEA: UN’UTOPIA RAGIONEVOLE

Cosa ha fatti l’Unione Europea per affrontare la crisi sanitaria globale iniziata il 31 gennaio scorso?  Gli amanti del fact checking possono documentarsi qui:

https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/european-council/2020/03/10/

https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/european-council/2020/03/17/

https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/european-council/2020/03/26/

https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/european-council/2020/04/23/

In buona sostanza, l’Unione Europea è rimasta pressoché indifferente lasciando carta bianca ad ogni Stato membro di indicare la propria terapia per fronteggiare una crisi inizialmente sanitaria che ora è diventata economica e sociale. Peccato che per scrivere sulla carta occorre l’inchiostro che si chiama sovranità politica, fiscale e monetaria.

Soltanto al termine delle misure restrittive, il 28 maggio la Commissione Europea ha proposto (non avendo alcun potere decisionale in merito) il Recovery Plan ed il Next Generation EU.

Next Generation EU reperirà risorse finanziarie grazie all’innalzamento temporaneo del massimale delle risorse proprie al 2,00 % del reddito nazionale lordo dell’UE, il che consentirà alla Commissione, forte del suo elevato rating creditizio, di contrarre sui mercati finanziari prestiti per 750 miliardi di €.

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_20_940

Tutto chiaro, vero? prestiti per 750 miliardi.

Insomma, l’unica via è quella dell’indebitamento. Non c’è altra soluzione al dramma dei cittadini europei che aumentare il loro debito nei confronti del sistema creditizio. E allora a cosa serve la moneta, se tutto può esser fatto solo a debito?

L’Unione Europea è non solo inadeguata ma anche oppressiva. Lo intuì nel 1951 Alcide De Gasperi in un discorso profetico al Consiglio d’Europa.

Ho trovato quindi doveroso avviare una seria riflessione se, dopo trent’anni di questa sovrastruttura, sia opportuno continuare ad alimentarla. Consiglio Europeo, Consiglio dell’UE, Eurogruppo, organi e strutture che si moltiplicano tra Bruxelles e Strasburgo e dove si decidono le sorti di ogni settore pubblico e privato, economico e sociale, dei Paesi che ne sono sottomessi.

Per questo ho redatto e firmato il testo della legge d’iniziativa popolare per indire un Referendum d’indirizzo sul recesso dall’Unione Europea. Uscire dalla UE potrebbe apparire una utopia. E’ certamente un percorso lungo e complesso perché il nostro ordinamento giuridico è ormai UEterodiretto. Tuttavia è l’unica scelta ragionevole se davvero vogliamo pensare alle Next Generation IT.

Contattami pure se vuoi partecipare alla raccolta delle 50.000 firme necessarie per presentare la proposta in Parlamento.

 

DOPO LA RIFLESSIONE …

In questi giorni riflettevo che lo stato di emergenza di sei mesi dichiarato dal governo il 31 gennaio rende scontata qualsiasi battuta, commento, critica, osservazione o giudizio. Siamo in milioni collegati ai social network, senza le nostre “abitudini”: Così Giuseppe Conte ha più volte ribattezzato i diritti e le libertà fondamentali costituzionali nella conferenza facebook della notte del 20 marzo che ha prodotto l’unico risultato di incrementare il numero di follower della sua pagina con 400.000 nuovi utenti. Anche la mi analisi critica sulla crisi sanitaria e sulle colpe del Governo è sostanzialmente riportata in decide di articoli e post disseminati nella rete.

Sono poi centinaia di migliaia gli italiani che usano il web ed i social come “sfogatoio di massa” per lamentare il proprio disagio, mentre il mainstream (tv e quotidiani) ci continua a mettere davanti i nostri morti. Ieri abbiamo superato il picco di decessi dell’influenza grave del 2019 ma non per questo siamo tutti spacciati. Anzi.

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RIFLESSIONI CRITICHE SUL COVID-19 AL 20 MARZO 2020

Ripetere come un mantra #andràtuttobene non cambia il presente, né tantomeno il futuro del nostro paese. Dopo quasi due mesi dalla presenza del virus in Italia occorre fare qualche critica riflessione senza essere accusati di lesa maestà nei confronti di una classe politica che, giorno dopo giorno, ha ridotto e poi cancellato i diritti e le libertà fondamentali della Carta costituzionale con una serie di provvedimenti governativi, di diversa natura, sui quali non è stato consentito nessun confronto parlamentare.

Dal 30 gennaio, data in cui un tampone ha rilevato il Covid-19 in due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma, prima in terapia intensiva e poi guariti, #RESTATEACASA risulta un ordine di guerra incomprensibile per i trenta abitanti del comune di Monterone (Lecco), situato in posizione molto isolata ai piedi del Monte Resegone, in un territorio di boschi in cui si possono percorrere magnifici sentieri. Perché Monterone? Lo spiegherò a breve.

L’analisi della situazione

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LA COMPETENZA

L’ingrediente della competenza è come la lecitina di soia che in cucina viene usata come addensante per creme e farciture. È una sostanza che ha proprietà molto particolari in quanto funziona come emulsionante. Grazie a tale particolarità chimica, la lecitina è in grado di tenere insieme due sostanze, come i grassi e l’acqua, normalmente non mescolabili.

Ricordando l’etimologia del termine derivante dal verbo latino (“cum” e “petere”: chiedere, dirigersi a), la competenza del politico è, a mio avviso, soprattutto la capacità di unire le conoscenze tecniche, a volte difficili da miscelare perché nel mondo scientifico esistono pensieri molto distanti, per trovare la soluzione che risponda in maniera più appropriata all’interesse pubblico.

Questa funzione di amalgamare deve essere svolta sia all’interno che all’esterno dell’amministrazione, calando nella realtà la saggezza che proviene dall’ambiente accademico. La città di Roma può contare su quattro atenei pubblici e una moltitudine di università private che potrebbero contribuire, con l’applicazione pratica delle materie d’insegnamento, a risolvere piccole e grandi questioni d’interesse cittadino. Dai temi economici a quelli sociali, dalla mobilità all’urbanistica.

Proprio in materia urbanistica è degno di nota il lavoro svolto in questi anni da Giovanni Caudo, Assessore alla trasformazione urbana, il quale ha promosso diverse iniziative che vedono il coinvolgimento del mondo universitario. Tra queste “Roma 2025” che, alla luce della candidatura olimpica, approfondisce nuovi cicli di vita della metropoli, con il coinvolgimento di 25 università di cui 13 straniere. Iniziative che hanno l’unico limite di essere sostenute da importanti gruppi finanziari. Poteri forti che potrebbero influire sugli esiti.

Non poteva essere diverso l’approccio di un professore universitario, figura tecnica della giunta Marino, del quale vorrei ricordare la manifestazione di solidarietà, tra le poche ricevute dalla politica romana quando, nel settembre 2013, ho deciso di interrompere il mio servizio per il bene comune. In quel periodo RICETTEXROMA ha evidenziato alcune anomalie di un bando pubblicato dal Consorzio urbanistico “Cecchignola Ovest” che, senza pensarci troppo, ha inviato una formale diffida a non occuparci del programma di trasformazione urbana in corso di attuazione. In una “Lettera aperta a RICETTEXROMA” del 30 settembre Caudo ha scritto: «Esprimo la mia vicinanza al dott. Ricciardi perché il suo impegno civico possa svolgersi tutelando la serenità propria e dei suoi familiari, e confermo la mia piena disponibilità a continuare il dialogo intrapreso per contribuire a garantire uno sviluppo urbanistico vicino alle esigenze degli abitanti». Il mio ripensamento c’è stato ma il dialogo si è interrotto, nonostante ulteriori proposte e richieste di RICETTEXROMA che, dopo un apparente interesse, sono state fatte cadere.

Tornando all’ingrediente della competenza, una buona ricetta potrebbe essere l’introduzione di forme stabili di consultazione, in ogni ambito dell’amministrazione cittadina, di docenti universitari e professionisti per ottenere idee e soluzioni che, con uno sguardo verso il futuro, non si limitino però a guardare solo alle olimpiadi del 2025, se mai si disputeranno in Italia. Roma ha bisogno di ricette per il breve, medio e lungo periodo.

La competenza del buon politico sta nell’avere l’umiltà di chiedere il contributo di esperti e specialisti che ne sanno certamente di più, anche se possono avere idee politiche non sempre corrispondenti. È fondamentale arricchire la propria prospettiva. Con la pazienza che ci vuole nel girare la crema, dopo l’aggiunta della leticina di soia, che pare sia buona anche contro il colesterolo, si devono amalgamare la tecnica e l’economia con la realtà in modo da progettare il bene comune nell’interesse dei poteri deboli che, all’atto di mettere la scheda nelle urne, contano quanto i poteri forti.

È per questo, nonostante le diffide, sono ancora qui a scrivere di politica.

tratto da Libro “RICETTEXROMA”

LA FLAT TAX E’ INCOSTITUZIONALE

Spero vivamente che la campagna elettorale consenta di parlare di programmi. Le querelle personali ed i teatrini non mi hanno mai appassionato, anche se nei giorni scorsi mi sono dovuto difendere dalla diffamazione proveniente da Mario Adinolfi. Lui è così, quando vede che è in difficoltà aggredisce o attacca gli altri. Questione chiusa. Avrò modo di tornare sulle ragioni della mia candidatura quando supererà il vaglio del MoVimento.

Il centrodestra si prepara alla campagna elettorale e con il sempiterno Berlusconi, in coro con l’ambizioso Salvini, proveranno ad attirare gli elettori sulla tassazione dei redditi con un’aliquota unica: 15 o 23 per cento, ancora è in discussione.

Peccato che la Costituzione non lo consenta. L’art. 53 prevede infatti che

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

La progressività del sistema tributario non permette di introdurre un’imposta dei redditi ad aliquota fissa che consentirebbe ai grandi contribuenti di beneficiare di una riduzione importante, mentre sarebbe meno vantaggiosa per per coloro che oggi versano in base alle aliquote più basse.

La tassazione è un tema cruciale sul quale occorre intervenire con riduzioni delle aliquote e semplificazione nel rapporto con i cittadini, evitando slogan propagandistici privi di fondamento costituzionale.

5 RAGIONI PER UNA CANDIDATURA A 5 STELLE

Ho preso la decisione di partecipare alle parlamentarie del MoVimento 5 Stelle, dopo aver ascoltato le parole di Luigi Di Maio il quale, informando del nuovo Statuto e delle candidature, ha fatto “un appello a tutti i cittadini di grande competenza ed esperienza, che sono stati esclusi dalla cosa pubblica perchè al loro posto venivano piazzati i burocrati di partito. Queste persone vedano nel MoVimento una possibilità di partecipazione irripetibile per cambiare il Paese. A queste persone chiediamo di iscriversi al MoVimento, condividerne il programma votato in Rete, rispettare le nostre poche e semplici regole (due mandati e a casa, non essere iscritti a partiti ecc), di impegnarsi a tagliarsi lo stipendio se eletti, di accettare tutti i punti del regolamento per i candidati e di mettersi al servizio di un sogno. Da oggi inizia la composizione del gruppo parlamentare che sosterrà il governo 5 Stelle, per cui questo è un appello a tutti gli italiani di buona volontà che vogliono dare un contributo al Paese: diamoci un’opportunità!

Le ragioni sono semplici.

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BENVENUTO 2018

Volge al termine un interminabile 2017 che nel secondo semestre ha portato il black-out delle riflessioni dalle pagine di questo blog. Se ne va un anno segnato ancora una volta da difficoltà di salute e dalla consapevolezza che gli acciacchi arrivano improvvisamente, quando meno te lo aspetti, e faticano ad andar via.

Negli ultimi sei mesi ho preferito l’ascolto alle parole, forse per compensare lo sforzo fatto nei primi mesi dedicati soprattutto a questioni urbanistiche rimaste irrisolte. Le esigue energie le ho concentrate sull’attività professionale con numerosi corsi di formazione, in giro per il paese, tra enti locali e statali, in materia di appalti pubblici, anticorruzione e trasparenza.

Proprio gli ultimi giorni dell’anno e la partecipazione ad una selezione pubblica per un esperto in public procurement, mi hanno stimolato a riprendere questo diario. C’è ancora molta strada per portare le amministrazioni ad agire con correttezza e imparzialità. E purtroppo questa strada passa sempre dalla politica che decide, nel bene e nel male, come un’amministrazione deve comportarsi.

Tra poche ore saremo nel 2018. Non vedo l’ora. Il 1 gennaio 1948 entrava in vigore la Costituzione Repubblicana. Settant’anni portati alla grande forse perché lasciata dormire per l’incapacità e l’ingordigia di chi, dimenticando lo spirito dei padri costituenti, si è appropriato delle istituzioni e del bene comune. Le elezioni del 4 marzo segneranno l’inizio di una nuova fase della Repubblica Italiana. Vedremo se ci saranno le condizioni per partecipare attivamente. Non è mai troppo tardi. Per ora auguri e benvenuto 2018.

AMMINISTRATIVE 2017: BREVE ANALISI DEL VOTO

I titoli dei giornali di questa mattina sono eloquenti: il M5S esce sconfitto dalle amministrative 2017, non avendo raggiunto la soglia per il ballottaggio nelle grandi città. Le elezioni amministrative consegnano un quadro confuso, così com’è confuso il panorama nazionale che, anche a seguito delle discussioni sulla legge elettorale delle scorse settimane, lascia il paese nell’incertezza sulla governabilità alle prossime scadenze elettorali.

L’ALLONTANAMENTO DELL’ELETTORE DALLE URNE

Ancora una volta i dati segnano un trend  negativo di partecipazione. La questione è particolarmente grave perché stiamo commentando elezioni comunali. Le polemiche politiche degli ultimi giorni su una incomprensibile legge elettorale e i fenomeni di corruzione che quotidianamente vengono riportati dalla stampa (a Catanzaro in piena campagna elettorale spuntano foto di candidati con boss locali) allontanano i cittadini dalla politica. Non solo dall’impegno attivo, ma addirittura dall’esprimere il proprio consenso o dissenso recandosi al seggio del proprio piccolo comune. Di questo passo il Paese sarà governato da chi raggiungerà il 25% del consenso degli aventi diritto. E’ come se in una famiglia di quattro persone uno solo dei coniugi prendesse le decisioni per tutti!

EFFETTO PARMA E CRISI DI CLASSE DIRIGENTE NEL M5S

La probabile riconferma di Federico Pizzarotti (con il suo 34% contro il 3% il candidato del M5S) dimostra che la strategia di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio non premia nel lungo periodo. E’ stato un errore epurare teste pensanti. L’assenza di una classe dirigente è il problema principale del Movimento che, non volendo mischiare il proprio DNA fondato su una onestà (relativa), rischia di affondare nel confronto competitivo alle prossime elezioni politiche. Per questa ragione  la legge elettorale con il blocco delle preferenze è la soluzione preferita dai grillini che avevano ceduto alle esigenze di riconferme dei deputati del Partito Democratico. In un sistema di libera scelta dei candidati, il M5S può contare solo sul voto di opinione, fino a quando non si aprirà al “mercato” accogliendo contributi anche da coloro che non si riconoscono pienamente nella linea dirigenziale.

L’ECCESSIVO FRAZIONAMENTO DEGLI “ALTRI”

Tutti soddisfatti, anche con lo zero virgola che si moltiplica leggendo i dati “a modo mio” (sorseggiando il noto caffé) senza considerare i valori assoluti. Se si registra la sconfitta del Movimento, anche chi si presentava come alternativa ha raccolto un consenso che non è sufficiente a superare soglie di sbarramento che imporrebbero una condivisione di percorsi. L’individualismo appare  imperante anche nel mondo cattolico. Eppure questo è il momento di mettersi in marcia insieme per l’Italia, per salvare il paese da un declino inevitabile (quello dell’austerity del PD) e dall’assenza di progettualità (quella dell’incompetenza del M5S). Unire le forze. Torna alla mente il tentativo degli ultimi anni fatti anche attraverso questo blog. Vedremo cosa sarà possibile fare nei prossimi mesi.