Con una interessante pronuncia il Consiglio di Stato è intervenuto sulla delicata questione dei costi di sicurezza a carico dell’affidatario e della loro rilevanza per giustificare la congruità dell’offerta anormalmente bassa. Il passaggio dal Codice del 2006 al Decreto Legislativo n. 50/2016 ha imposto alcune precisazioni. Continua a leggere
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CODICE DEONTOLOGICO DIPENDENTI CAPITOLINI: IL REGALO PIU’ GRANDE …
La settimana appena trascorsa ha presentato una polemica sul codice di comportamento dei dipendenti capitolini adottato dalla giunta Raggi con la delibera n. 141 del 30 dicembre 2016. Un regolamento che ha sostituito quello precedentemente adottato nel 2013 e che attua la più generale disciplina del D.P.R. n. 62/2013 per tutti i dipendenti pubblici.
Le agenzie hanno evidenziato alcuni elementi considerati innovativi: l’anonimato per i dipendenti che denunciano eventuali illeciti, la responsabilità dei dirigenti nel vigilare sulle misure anticorruzione e la previsione di un limite di 100 euro per i regali ricevuti dai dipendenti.
A ben vedere, non siamo dinanzi ad alcuna novità. Sì, è vero che il codice generale prevede un limite di 150 euro anziché 100, ma non credo che 50 euro di differenza siano significativi per costruire la cultura dell’integrità in un’amministrazione in cui 28 mila dipendenti hanno ormai perso l’armatura per combattere la corruzione, parola che non indica solo il reato degli artt. 318 e 319 del codice penale, ma soprattutto lo sviamento del corretto esercizio del potere pubblico.
Dopo anni trascorsi in giro per il Paese per raccontare le misure previste dai Piani Nazionali Anticorruzione varati dall’ANAC di Raffaele Cantone, mi sono sempre più convinto che questa armatura ha natura immateriale. Non è una procedura per segnalare gli illeciti, né la rotazione di migliaia di persone (oneste o disoneste).