Nelle ultime settimane il Covid non preoccupa il Governo. È la crisi energetica a tenere viva l’attenzione, una crisi che ha portato al raddoppio dei costi di gas ed elettricità per consumatori ed imprese. Bollette record in un anno, +131% per l’elettricità e +94% per il gas. Benzina mai così cara dal 2012. Secondo Assoutenti, questi incrementi hanno comportato un aumento dei costi in capo a imprese, attività ed esercizi commerciali, che vengono scaricati sui consumatori finali attraverso i prezzi al dettaglio. Secondo l’associazione per la tutela dei consumatori, il risultato potrebbe essere una maxi-stangata da 38,5 miliardi di euro sulle tasche delle famiglie italiane.
Nessuno pare approfondire perché ci sia stato questo aumento e perché viene a determinarsi proprio ora.
Se è vero che durante il lockdown si è avuta una parziale contrazione energetica per la ridotta produzione su scala globale, è altrettanto vero che la ripresa non è stata tale da determinare un aumento della domanda rispetto al 2020. E allora perché tutto questo rincaro?
La risposta non ha nulla a che vedere sull’altro tema che tiene banco in queste ore sui media: la guerra Russia-Ucraina. Infatti nel contesto geopolitico, sebbene alcune agenzie di stampa depistino dalla questione centrale, Russia ed Ucraina non sono in buoni rapporti da molti anni. Dopo l’indipendenza del 1991, Kiev si è staccata unilateralmente dalla federazione russa per abbracciare l’Unione Europea, con un patto del giugno 2014. L’Ucraina esporta meno della metà del gas prodotto, in quanto il 58% è utilizzato per il fabbisogno di 42 milioni di cittadini ed imprese. Ne resta una quantità significativa che tuttavia non cambia le sorti energetiche dell’Europa occidentale. La crisi ucraina è invece determinata dal pericolo avvertito da Putin di avere un ulteriore fianco scoperto nel caso in cui l’Ucraina entrasse nella Nato, con la quale già collabora nel Parternariato per la pace.
Il rischio di basi NATO a pochi chilometri dal confine non tranquillizza i russi. Anche “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Tuttavia l’articolo 11 della Costituzione ha comunque consentito la guerra come strumento di difesa alla libertà degli altri popoli. Nel 1999 il governo presieduto da Massimo D’Alema autorizzò l’uso dello spazio aereo italiano per la guerra della Nato contro la Serbia di Milosevic, scoppiata per la crisi in Kosovo. Anche i nostri aerei andarono a bombardare.
In conclusione, se la crisi politico-militare tra Russia e Ucraina (spalleggiata da UE e USA) non è la causa dei rincari delle bollette, perché mai energia e gas sono divenuti talmente costosi da costringere le grandi e medie imprese, pronte a ripartire dopo la pandemia, a farsi un pò di conti e decidere di chiudere o chiedere prestiti? La soluzione del debito, ancora debito da restituire, è poi quella che sta pensando il Governo Draghi. La soluzione più logica per gli imprenditori italiani, in questa situazione ancora da chiarire, sarebbe poi farsi acquisire da colossi multinazionali.